COSA NE PENSANO GLI ITALIANI: RICERCHE DAL 2007 AL 2009

Da una ricerca condotta nel 2007 (Valeria Arzenton, Osservatorio Scienza e Società 2007, Un’iniziativa di Observa – Science in Society, con il sostegno della Compagnia di San Paolo) per gli italiani il clima sta cambiando ma non perché lo dicono gli scienziati.
Si tratta (per oltre un quinto degli intervistati in questa ricerca) di un problema attualmente rilevante a livello mondiale, secondo alla povertà nel terzo mondo ma ben avanti ad altre tematiche come i conflitti tra religioni e le incertezze legate ai cicli dell’economia.
Addirittura, secondo una ricerca dello stesso periodo, gli italiani sono molto più preoccupati di francesi, tedeschi, austriaci e nordeuropei, avvicinandosi alla percezione diffusa in altri Paesi mediterranei quali Grecia, Spagna e Portogallo (Standard Eurobarometer 67, 2007)


Dalla tabella emerge chiaramente che il 90% degli italiani si dicono convinti che il clima della terra stia effettivamente diventando sempre più caldo contro un 10% di intervistati che esprimono diniego o perplessità.
Tale convenzione inoltre risulta dal fatto che ci si poggia sulle proprie convinzioni personali (60.5%); solo al secondo posti gli italiani hanno formulato tale pensiero perché ammettono l’esistenza di studi scientifici che lo dimostrano (16.9%).
Dunque per quasi due intervistati su tre il mutamento climatico è constatabile osservando l’alterazione delle stagioni e in particolare il fatto che le estati sono sempre più calde e gli inverni meno freddi.



Nel 2008, in un articolo comparso su observa.it in occasione della conferenza “Ethics and climate change”, emerge che “il clima è evidentemente ancora considerato una questione su cui la percezione diretta e individuale è una guida nel complesso affidabile. Ciò è particolarmente vero nel caso di cittadini che non dispongono di un’ampia varietà di strumenti conoscitivi e interpretativi di carattere scientifico”.
A questo proposito viene infatti presa in considerazione la variabile sul livello di istruzione e di alfabetizzazione scientifica.

[Immagine da novafiere.it]
  •      Gli intervistati con un titolo di studio elevato e con conoscenze significative sulla scienza tendono a fondare maggiormente la loro opinione sulle dimostrazioni scientifiche del fenomeno: infatti, riguardo la tesi del riscaldamento globale, il 40% dei laureati sostiene appunto che ci sono studi scientifici che dimostrano il riscaldamento globale, contro il 13% dei meno istruit
  •      Nella stessa maniera, però, l’incertezza e lo scetticismo tendono ad aumentare tra le persone con un elevato titolo di studio: ciò probabilmente è dovuto al fatto che le divergenze di opinione tra gli scienziati e le prove scientifiche contrastanti riportate dai media giocano un ruolo preminente, rispetto alla conoscenza fattuale.
Tale studio ha inoltre riconosciuto il fatto che “gli scienziati sono gli attori che godono di maggiore credibilità fra la popolazione quando di tratta di affrontare e dibattere su questioni scientifiche” e faticano a influenzare l’agenda pubblica sulla questione del riscaldamento globale.

Un ultimo punto trattato riguarda la sensibilità e la valorizzazione, oltre che la conoscenza, di quello che gli Stati hanno fatto sul riscaldamento globale: “quasi un italiano su due (48%) è in grado di identificare correttamente il Protocollo di Kyoto come un accordo internazionale per ridurre le emissioni inquinanti”.

[Immagine da it.wikipedia.org]

Tuttavia, ancora una volta è il livello di istruzione a giocare un ruolo dominante sulla conoscenza dell’argomento: “ tra i laureati, oltre l’80% ha chiari i termini dell’accordo, rispetto al 37% dei meno istruiti. Si noti peraltro che una più precisa conoscenza del protocollo è collegata a una più robusta percezione del ruolo dei dati scientifici circa la natura e la portata dei cambiamenti climatici”.
Naturalmente la mancata conoscenza di protocolli e legislazioni non per forza implica il disinteresse da parte degli italiani, che al contrario sono “sempre più preoccupati per le condizioni ambientali delle loro città e si dicono disponibili a sostenere - anche a livello individuale - strategie e azioni utili per far fronte al problema del cambiamento climatico”. 




Nel 2009 si è assistito, in un certo senso, ad un cambio di rotta.
L’Osservatorio Scienza e Società di Observa ha svolto un’ulteriore ricerca (anche in vista dell’avvinarsi della conferenza internazionale di Copenhagen), da cui è emerso che gli italiani sono meno sensibili ai mutamenti del clima, come il riscaldamento globale, ma tuttavia cresce la rilevanza dei dati scientifici (che appunto, nella ricerca condotta nel 2007, rivestivano un’importanza secondaria sulla considerazione del fenomeno da parte dei cittadini).


  • Rispetto al 2007, i cittadini convinti che il clima stia effettivamente cambiando sono diminuiti dal 90% al 71,7%.
  •  Ma, per quanto riguarda la rilevanza dei dati e degli studi scientifici, nel 2007 per Due italiani su tre la percezione del riscaldamento del pianeta era fondata sull’esperienza personale. Nel 2009 c’è stata un’inversione di rotta e i dati forniti dagli scienziati sono decisivi per il 38%, soprattutto tra i laureati - un dato quasi raddoppiato rispetto al 18,7% del 2007.
  • Aumenta anche, tra gli incerti, la consapevolezza che il dibattito scientifico crea forte disaccordo (51.2%).
  • Rimane invece debole l’influenza delle organizzazioni ambientaliste: solo il 13% (un dato stabile) attribuisce loro un ruolo rilevante nella propria percezione che il clima stia cambiando.
  • Resta in ogni caso elevata l’attenzione sul tema: il 63% si considera informato sul cambiamento del clima.
[Immagine da oltrelacoltre.com]


Questo video girato a Venezia (dove però non ci sono solo veneziani!) mostra le opinioni dei cittadini alle porte della conferenza di Copenaghen del 2009.




Fonti:
PER GLI ITALIANI IL CLIMA STA CAMBIANDO, MA NON PERCHÉ LO DICONO GLI SCIENZIATI di Valeria Arzenton, Osservatorio Scienza e Società 2007 (www.observa.it/view_page.aspx?ID=540&LAN=ITA)


Osservatorio Scienza e Società di Observa, Italiani meno sensibili ai mutamenti del clima, ma cresce la rilevanza dei dati scientifici, Observa  – Science in Society, 2009


Valeria Arzenton e Massimiano Bucchi, Gli italiani e la scienza. Primo rapporto su scienza, tecnologia e opinione pubblica in Italia, in Observa Science in Society, Annuario Scienza e Società 2008, Ergon Edizioni 2008 (www.observa.it/view_page.aspx?ID=540&LAN=ITA)

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